Lo stufato di Tartaruga

 

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Cosa vi servirebbe?

1kl di carne di tartaruga di terra

2limoni verdi

4 cipolle

6 pomodori

2 spicchi d’aglio

250 ml di vino rosso

1\2 peperoncino antilliano

sale, pepe, olio

Se ne è mangiata talmente tanta che oggi nelle isole la tartaruga sia di terra che di mare è considerata specie protetta! Una carne sugosa, con un grasso verde leggerissimo e di ben facile digestione, e sopratutto di facile cattura.

Ma come si cucinava una tartaruga? Che fai butti tutto l’animale ancora vivo sulla brace con tutto il suo guscio e poi ne rompi la corazza con una martellata? Ma no! C’è un modo molto più “umano” di uccidere una tartaruga!

L’arte di uccidere una tartaruga secondo Nicniche Gallard in ”Recettes simples de cuisine haitienne” 1950:

Al momento del delitto mettetela su di un tavolo con la pancia all’aria; con una corda sottile e difficile da tagliare, perchè il becco della tartaruga taglia come un rasoio; fare un cappio delle dimensioni di un piattino da thè: uno dei due assassini si mette dinnanzi all’apertura della testa; si perchè il problema principale non è aprirla, è ucciderla! Dato che, per chi non lo sapesse, la tartaruga ha il simpatico vizio di “chiudersi in casa propria” di fronte al pericolo.

Mentre l’altro assassino tiene la bestia ferma con una mano con l’altra gli infilerà una torcia accesa nel sedere; la bestia astrarrà subito la testa con tutta la lunghezza del collo; il complice ne approfitterà per legare il cappio al collo dell’animale e a quel punto tranciargli di netto la testa con un’accetta.

Si lasci sanguinare e si procede al cucinarla.

Ucciderla è facile quanto acchiapparla.

 

Bene , e ora che si ha la bestiola come la si cucina? Semplice!

Lavare la carne di tartaruga con il limone verde, farla marinare con le cipolle a fette sottili, i pomodori spezzati l’aglio e il vino.

Far marinare per una notte, scolarla, far rosolare la marinatura in qualche cucchiaiata d’olio e aggiungere la carne e rosolare il tutto per una decina di minuti.

Aggiunger il peperoncino e lasciar sobbollire per due ore a fuoco basso.

Aggiungere sale e pepe e servire con una scodella di riso bianco.

 

La tartaruga si presta anche, con la sua mite gentilezza, ad essere un’ottima provvista da marinai; si conserva girata sulla schiena e ancora viva nelle cambuse e sarà perfetta peri giorni di magra