La canzone di Joan Peirol

In questa fredda sera di ottobre vogliamo suonarvi qualcosa di caldo, qualcosa che noi dell’orchestrina amiamo molto, qualcosa che  fà scorrere vino e stirare la gola. Questa è una canzone occitana che, forse come poche altre al mondo, celebra la libertà. Ed è la canzone preferita dal nostro piccolo Ortica che ogni volta che la sente ritroviamo a piangere in un angolo.

1805 Siamo a Tolone; siamo in quel bar oggi in mano in maniera desolante alle forze della destra francese. Siamo da quelle parti quando si combattevano altre battaglie. Ci sono gli inglesi che stanno facendo il blocco navale contro Napoleone. Casualmente da quelle parti che un cero Joan Peirol che è tornato dopo aver passato un’onesta vita da pirata dei mari del sud, è tornato in pensione al suo paese. Dopo un po’ di tenpo fra petanca e cose che può fare un pensionato si accorge che un vero pirata deve morire come è vissuto, deve morire sul ponte di una nave, e muore in un’azione di guerra. Non gliene frega niente degli inglesi o di Napoleone, ma muore per amore della libertà. Si intravedono ancora le luci di Tolone, l’orizzonte è schiacciato dal cielo, io muoio per essere quello che sono stato. La libertà è l’aria sulla faccia, la libertà sono l’onda  è la vela…la libertà…canta Joan Peirol

Ara s’envisquen li lumieras,
scrasàas dal cèl, aval a l’orizont!
pian pian veu despareiser Iera,
devino encar lo pòrt de Tolon!


La libertat es l’aire sul morre,
aquesta mar es tot çò que ai!
l’aire e la tela, vòli dire,
sies estat abituda, vida e pantalh!
Mòri per estre çò que eri,
ma vida val la mia finicion,
e dins lo cul aquel Emperi,
tuchi i Engles e Napoleon!
Fraire de la mar, fraire de la còsta,
l’aiga nos pòrta al nòste destin,
la libertat es l’aire e la vela,
la libertat, l’onda e lo dalfin!

dedicato a tutte le anime libere.